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Regionali, Isernia rischia due seggi

Il Consiglio regionale del Molise
Il Consiglio regionale del Molise

ISERNIA. Non più sette, ma nemmeno quattro. La provincia d’Isernia rischia di perdere altri due seggi alle prossime Regionali. Non bastava la nuova disposizione contenuta nella legge regionale 21/2012 che, in ossequio agli obiettivi di finanza pubblica stabiliti dal governo Monti, ha ridotto i consiglieri regionali da 30 a 20. Né la ripartizione tra le due circoscrizioni elettorali del Molise, che sulla base dell’ultimo censimento  del 2011, ha assegnato alla provincia d’Isernia 4 seggi rispetto ai 7 di una volta.  Il rischio di vedere il territorio pentro ulteriormente depauperato deriva, infatti, anche dalle ‘trappole’ insite semplicemente nella legge elettorale in vigore. La regione Molise, difatti, non si è più dotata di una legge elettorale regionale. Dunque, i cittadini andranno al voto sulla base delle disposizioni della legge n. 43 del 1995, il cosiddetto ‘Tatarellum’. E se, paradossalmente, sia a Isernia che a Campobasso andassero al voto lo stesso numero di elettori del le Regionali 2011, il meccanismo dei quozienti potrebbe vedere assegnati al capoluogo pentro solo due consiglieri regionali, invece di quattro. Vediamo perché. Innanzitutto chiariamo che il quoziente è quel numero di voti che serve a capire quanti seggi interi spettano a ogni singola circoscrizione (che in Molise corrisponde al territorio delle due province). Il numero in questione si ricava dividendo il numero dei voti validi (escludendo dunque le schede bianche e le nulle) per il numero dei posti da assegnare aumentato di un’unità (dunque, 4+1=5, nel caso di Isernia). Tale quoziente, storicamente, è sempre stato superiore a Campobasso, in confronto a Isernia. Ma stavolta potrebbe essere il contrario. Ovviamente il numero dei voti validi è impossibile da conoscere o preventivare prima della chiamata alle urne. E, da un anno a questa parte, il quadro politico è notevolmente cambiato. Dunque, il nostro è un ragionamento in astratto. Comunque, alle Regionali 2011, nella provincia pentra, i voti validi nel proporzionale furono 51.078. Oggi, dividendo questa cifra per 5 si otterrebbe un quoziente pari a 10.215 voti. Sempre nel 2011, a Campobasso, i voti validi furono 128.705. Dividendo per 13 (12 seggi da assegnare+un’unità) otterremmo un quoziente pari a 9.900. Ora, facciamo un esempio. Supponiamo che una lista circoscrizionale alle prossime Regionali prenda 6mila voti su Isernia e 17mila su Campobasso. A Isernia, come si vede, la percentuale di quoziente raggiunta dalla lista è pari a circa il 60 per cento. Nel capoluogo di regione, invece, fatti salvi i primi 9.900 voti che determinerebbero l’attribuzione di un seggio ‘pien0’, avanzerebbero 7.100 voti, pari a circa l’80 per cento del quoziente intero. Dunque il complesso meccanismo dei resti premierebbe Campobasso rispetto a Isernia, con l’attribuzione di un secondo seggio per la lista portata a titolo di esempio proprio nel capoluogo di regione. Con l’attuale sistema, insomma, nel 2011 Isernia avrebbe eletto soltanto due consiglieri: Filoteo Di Sandro per il Pdl e Danilo Leva per il Pd. Cosa accadrà stavolta, però, è tutto da vedere.

Pubblicato alle ore 23:52:07 

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