Da Isernia a Termoli per una distorsione, l’odissea dei cittadini di Scapoli: insorge il sindaco

Il primo cittadino Renato Sparacino si appella a Frattura: metta mano “definitivamente e concretamente alla grave situazione che vede sempre più penalizzati da un sistema sanitario regionale ormai al collasso i cittadini delle aree più interne del Molise”

 

ISERNIA-SCAPOLI. Pazienti scapolesi costretti a recarsi addirittura a Termoli per una banale distorsione o per una colica renale.La denuncia pubblica porta la firma del sindaco del comune della valle del Volturno, Renato Sparacino, che riferisce come, nelle ultime settimane, “si è aggravata in maniera esponenziale la situazione già insostenibile nella quale versano le strutture ospedaliere della Provincia di Isernia. Alle ben note difficoltà dell’ospedale di Venafro e di quello di Agnone, si stanno aggiungendo anche quelle dell’ospedale di Isernia. Basti pensare  – continua il primo cittadino – che per una semplice distorsione o per una banale colica renale i cittadini di Scapoli e dei comuni limitrofi vengono inspiegabilmente dirottati presso il “San Timoteo” di Termoli, ormai diventato di fatto il nosocomio di riferimento della Valle del Volturno, con conseguente immaginabile disagio per i pazienti e per i loro familiari vista la notevole distanza da percorrere (oltre 100 chilometri) e soprattutto in presenza di carenti collegamenti pubblici”. Il sindaco  Sparacino, a nome di tutta la collettività scapolese, rivolge un accorato appello al governatore della Regione Molise nonché commissario straordinario alla Sanità Paolo Di Laura Frattura affinché ponga mano “definitivamente e concretamente alla grave situazione che vede sempre più penalizzati da un sistema sanitario regionale ormai al collasso i cittadini delle aree più interne del Molise”. Questa situazione paradossale, tra l’altro, rischia di incidere pesantemente anche su quei servizi sanitari di eccellenza che esistono sul territorio, come ad esempio il 118-Molise Soccorso, “i cui operatori – conclude Sparacino – vivendo costantemente nell’incertezza della destinazione di ricovero dei pazienti soccorsi, non sono messi nelle condizioni di esprimersi al meglio”.